giovedì 20 marzo 1997

One night's tale

Non distava molto la meta ma ormai erano talmente ubriachi che non importava quasi più: lo scopo della serata lo avevano raggiunto e adesso il problema più importante era fermarsi per far vomitare Gianni. La già vecchissima benchè nuova Panda di Lucio emise il familiare Concerto Grosso per freni a disco e tamburo e si fermò giusto in tempo per far riversare sulla tappezzeria soltanto metà delle schifezze semi-digerite del Mela. Marco, rincoglionito dai suoi spinelli, uscì per arrotolarsi un’altra delle sue sigarette modificate. L’ennesima.
IL TALPA: -Cazzo Gianni, ma se li abbiamo mangiati in bianco gli spaghetti, perché li stai vomitando col sugo?
MARCO -Sarà sangue… minchia Mela stai morendo! Hai qualche male incurabile!
LUCIO: -Dai ragazzi lasciatelo stare. Marco, vedi di fumartela tutta quella merda perché in macchina non ce la riporti, lo sai che a S.Angelo c’è sempre un posto di blocco
MARCO: -Che rompiballe Lucio… comunque tranquillo, questa è l’ultima canna
IL TALPA -Lucio luciolino, dammi il pisellino… hahahahahahiiiiiiiiiiiiiii, mela melone vomitoneeeeeeeeeee!
Il Talpa era andato.
Marco stava fumando.
Gianni stava vomitando anche l’anima.
Damiano dentro la macchina era pallidissimo (quasi trasparente) e tremava e ormai da tempo non comunicava più con gli altri. Non è che avesse bevuto molto più degli altri, anzi, probabilmente meno: ma non reggeva assolutamente il vino e adesso era sull’orlo del coma etilico.
Lucio, benchè passibile di ritiro della patente per guida in stato di ubriachezza, era l’unico che riusciva a darsi un contegno, o forse era la situazione che lo aveva responsabilizzato a tal punto da far prevalere la piccola parte lucida della sua mente sulla grande parte non lucida. Fatto sta che quella sera si sentiva un po’ baby-sitter e un po’ autista di quei quattro coglioni di provincia.
Ma la cosa rientrava sulla norma.
Marco offrì il suo spinello al Talpa, questi lo gettò per terra e lo schiacciò con il piede…
IL TALPA: - Non voglio questo merda, lo sai che mio padre mi fa fare le analisi tutte le settimane, e poi questo fumo fa schifo…
MARCO: - Allora sei stronzo!
La sua voce era sempre più bassa e stanca.
MARCO: - Se sei idiota che ti fai sgamare dal tuo vecchio non è che puoi rompermi la canna, Stronzo!
Dopo molto tempo riuscirono a tornare in macchina e ripartirono. Stavano andando a S.Angelo, dove si svolgeva l’annuale festa di apertura delle cantine, durante la quale una massa di ubriachi si riversava per le vie del paese eccetera eccetera…
-Oh ragazzi cazzo! Porca puttana Damiano è svenuto, merda!
-oh Cristo ha la bava alla bocca
Sembrò che si fosse scatenata una tempesta all’interno della Panda: la vista di Damiano mista ai fumi dell’alcol (e del fumo) e mista alla musica dei Metallica che tuonavano dal mangianastri messo al massimo volume, resero Lucio angosciato e disperato. Decise di vedere cos’era successo a Damiano e mentre gli altri si agitavano e sbraitavano per decidere cosa fare e mentre la Panda correva in quel lungo rettilineo che terminava con una semicurva a destra, dato che dallo specchietto poteva solo vedere la testa di Marco che si sbatteva, decise di voltarsi, solo un’attimo, un microsecondo, ma doveva vedere. Gli era sembrato che tutta quella storia, da quando il Talpa aveva dato l’allarme, l’avesse vissuta da fuori, come uno spettatore, distratto. Si voltò, Damiano era veramante messo male, e stava assumendo un colorito grigiastro. Era morto? Lucio ebbe una scarica di adrenalina e rimase impietrito… mentre ormai le voci degli altri sembravano lontane mille miglia, la sua mente si era assentata.
-Lucio! noooo!
Il rettilineo era finito, la Panda sfondò il guard-rail e precipitò.
Morirono tutti quattro, Damiano l’ aveva già fatto.