martedì 11 dicembre 2007

google

Sketch Up è proprio una figata....
La banda di Google in genere, loro sì che sono dei grandi! sarebbe bello lavorare con loro... 5000 dipendenti, ci sarà un posticino per me! Certo sono potenti, si saranno montati la testa di sicuro, Page e Brin, tecno-arroganti con senso di onnipotenza... Ma la Cina no! Li si sono piegati anche loro, i cinesi non li fotti! Che paura la Cina, ragazzi: che paura!

Eric Schmidt, professore all'università di Berkeley e consulente di Google, ha stilato per Newsweek un decalogo che insegna a "sfruttare" in senso positivo e nel migliore dei modi i professionisti del sapere:
1) "Se assumi lavoratori in gamba e li coinvolgi nel processo di assunzione degli altri, avrai lavoratori ancora più in gamba" .
2) benefits in natura: non solo ristoranti, palestra e parrucchiere, ma anche lavanderie, autolavaggio e trasporti, tutto ciò che di cui il lavoratore tipo ha bisogno ma a cui non vuole pensare: "Per esempio, i programmatori vogliono programmare non fare il bucato e loro gli rendono facile fare entrambe le cose".
3) rendere facile lo scambio di idee e di informazioni, quindi mettere i membri della squadra uno accanto all'altro e non in scrivanie isolate ma in stanze condivise.
4) facilitare la coordinazione: ogni settimana, il membro di una squadra che lavora allo stesso progetto scrive una e-mail per mettere al corrente gli altri colleghi dei progressi raggiunti e delle ricerche effettuate, racconta cioè a che punto è il proprio lavoro così gli altri possono sincronizzarsi.
5) "mangiare il cibo del proprio cane" : i lavoratori di Google usano gli strumenti prodotti dall'azienda, primo fra tutti il web con una apposita pagina per ogni progetto, tutte indicizzate e disponibili. Così molti dei prodotti sono testati dai lavoratori prima di essere immessi nel mercato: come nel caso di Gmail.
6) incoraggiare la creatività. Ogni ingegnere di Google può spendere fino al 20 per cento del suo tempo su un proprio progetto.
7) non ci sono leader né eroi.
8) atmosfera di tolleranza e rispetto.
9) "Le informazioni guidano le decisioni": ci sono decine di analisti che trattano le informazioni esterne per tenere tutti costantemente informati su ciò che gravita attorno al progetto al quale lavorano.
10) Comunicare in maniera efficace. Per questo ogni venerdì si tiene una grande assemblea allargata a tutti con aggiornamenti, presentazioni, domande e risposte (ma anche drink e snak). Questo permette al management di stare in contatto con tutti i lavoratori, sapere ciò che pensano e viceversa.

fico.

lunedì 12 novembre 2007

RAGAZZA 3

Città di Castello, novembre. Treno puntuale. Hanno adottato dei nuovi vagoni questi della Ferrovia Centrale Umbra. Sedili nuovi, blu, scomodi ma puliti. Sono equipaggiati con le classiche mensoline + posacenere poste sotto il finestrino, comode e rosa; come sempre le uso per appoggiarvi il telefono e il biglietto… Ecco appunto il controllore, scendo a S. Anna, Perugia; ma perché me lo deve chiedere non capisco: biglietto “M” significa appunto, presumo, che io scendo a S. Anna! Che faccio compro un biglietto di fascia “M” per scendere prima? Sono un pazzo, o un benefattore della FCU forse? Non mi sembra il caso. Comunque per la cronaca, in questi nuovi treni permangono i vecchi problemi: l’obliteratore automatico è “fuori servizio”, e come di consueto il controllore chiede perché non abbia obliterato il mio ticket; perché ci provo, perché se tu stronzo non passavi io avrei fatto un viaggio gratis, e tentato la sorte nel prossimo viaggio, forse venerdì; perché siamo in Italia, e tutti tentano di fregare, sempre e comunque. E’ un sistema radicato nella cultura, quello della furbizia, celebrato da tanti film degli anni sessanta, come “Il sorpasso” di Dino Risi. Gassman è immenso, come si fa a non amare Bruno, il personaggio che interpreta in quel fantastico film? Come si fa a non voler essere Bruno? Impossibile resistere, impossibile non essere italiani, fieri di esserlo, e di provarci, sempre e comunque.
Sarà una lunga settimana questa, ho come l’impressione che accadranno delle cose che non vorrò… E devierò ancora una volta dai miei progetti, allungando il tempo in cui non sono niente. Facendo nuove esperienze senza invecchiare, apparentemente.
Questa tipa seduta di fronte a me non è bellissima di viso, vediamo se ha qualcosa che mi attrae. E’ alta e slanciata, forse addirittura troppo magra; sì, è troppo magra, non ha le curve, mangia dei popcorn, studia e ha gli occhiali viola. E’ tranquilla, posata, capelli lisci, leggermente anticonformista, lo capisco dal cappotto vagamente anni ’70 e dalle scarpe vagamente hippy; anche l’anello argentato sul pollice della mano sinistra sottolinea il suo non-allineamento… Probabilmente studia lettere o filosofia o conservazione dei beni culturali, ma, fondamentalmente non me ne frega un cazzo. Non mi piace, e non mi ispira affatto. Cazzo avesse avuto un bel paio di bocce sarebbe stata tutta un’altra storia! E poi adesso che si alza per chiudere il finestrino, vedo il suo culo inesistente… non ci siamo proprio, non è affatto sexy!

giovedì 6 settembre 2007

RAGAZZA 2

Seduto su di un anonimo tavolo di questa assonnata facoltà di ingegneria, provo a riconnettermi con la mia realtà di studente. E’ settembre, questo posto si chiama “Aula 5” e io sto leggendo distrattamente gli appunti di “Antenne”; tento di concentrarmi ma due tavoli oltre il mio, seduta fronte a me c’è la più stupenda ragazza che io abbia mai visto. E’ così, giuro. E’ impossibile evitare di ammirarla per più di due minuti… Certo è che anche lei non è che sia un paradigma di concentrazione su ciò che sta apparentemente studiando… Ecco che controlla il cellulare, ecco che alza lo sguardo intorno, incrocia il mio, mi vede che la fisso, distolgo il mio pensiero da lei e ristudio. E’ fiera, sa quanto è bella, sa benissimo che potrebbe avermi con uno schiocco di dita, ma non è antipatica, sembra modesta, quasi timida. Sì, è timida ma consapevole. Prima si è alzata, forse è andata in bagno: ha un viso dolce candido, serio, con gli occhiali, labbra abbastanza sottili scure, occhi neri, la vedo bene come professoressa delle superiori o nuotatrice, anzi, credo proprio che sia una nuotatrice, si capisce dalle spalle. Ha le mani affusolate ben curate, è aggraziata. E’ alta, slanciata, capelli neri lisci lunghi legati con un coda fatta verso destra e lasciata cadere sul petto da quel lato. Ha un bel seno e un bel sedere, e sicuramente due bellissime grandi labbra.

giovedì 24 maggio 2007

RAGAZZA

Ti accorgi lentamente che seduta due poltroncine oltre te c’è una ragazza stupenda, col nasino all’insù e due occhi vagamente mandorlati; potrebbe essere finlandese, non è di ceppo italiano anche se lo parla telefonando a qualcuno. E’ interessante come muova le mani con disinteresse verso le cose, sfoglia una rivista non meglio definita, graziosamente sorride e si sposta i capelli castani leggermente arruffati, di media lunghezza: probabilmente è uscita di fretta stamane, essendo stata a rischio di perdere questo treno dove la sto incontrando… Si corruccia adesso e parla di cose più serie, sarà il suo uomo all’altro capo del telefono che si sta arrabbiando con lei perché se ne va via col treno lasciando che la gelosia lo prenda, e non ha tutti i torti: io non esiterei un attimo se lei volesse darmi un segnale, e mi lancerei diretto verso la sua bellezza tentando di strapparle un altro sorriso e magari la fica stanotte! Che bello sarebbe scoparla. Qual è il tuo nome angelo sinuoso? Probabilmente un giorno potrò conoscerti o forse fra pochi minuti scoprirò qual è il progetto di Eros per me… Adesso che ti togli la giacca mi mozzi il fiato mostrando con miglior chiarezza che quello che lasci intendere quando sei abbottonata non è una bugia…

mercoledì 21 marzo 2007

IO SONO

A vent'anni sembra che il tempo non passi, non si ha la percezione dell'inesorabile discesa... Che figata essere ventenni! La fregatura è che non ci si pensa, ma è giustamente il suo bello. Adesso ho quasi trent'anni, quando ne avevo quasi venti... Quanto sono cambiato in neanche dieci anni!

Ma vaffanculo! Oggi è primavera: il risveglio del cazzo. Io sono.

mercoledì 14 marzo 2007

non a me (in 5 atti)

1. CINQUE
Cinque volte ho provato a bussare alla tua porta, cinque volte. Una volta fuori da quel tuo palazzo maledetto mi sono detto: “meglio così, sarà la mia fortuna, devo solo essere forte per cinque mesi”. Centocinquanta giorni sono tanti! Ore e ore e ore di agonia. “Ma ce la posso fare”. Ecco che sono passati i primi cinque minuti… sto gia un pochino meglio. Non è vero, sto malissimo. No, non è vero. Sto. Sono vivo, qui, adesso in strada. Sono Io. Mi metto in cammino verso il nulla. Sto malissimo. Non sono ancora finiti i secondi cinque minuti e sono di nuovo davanti alla tua porta. Ti amo stai con me. Che classico! Certo che ti amo che bisogno c’è di dirlo, ma… Tu? Tu mi ami? Devo saperlo. Busso piano, niente. Busso. Niente. Busso. Forse sei uscita, no, lo so che ci sei. Forse stai piangendo... Che storia banale, come tutte, come una di quelle canzoni di quegli artisti che tanto odio, quando parlano di amori che finiscono o di amori in generale; hanno delle musiche scontate, popolari. Sono banali. Ma io sto vivendo una di quelle canzoni. Io che amo il rock’n’roll, i veri artisti dico io. Quelli che sanno la vita… E sono qui a vivere una canzone di… ce ne sono mille qui in Italia. Li odio. Odio tutto. Sto piangendo ma perché? Cinque mesi e sarò nuovo, sarò migliore. Forse anche meno di cinque mesi. No, cinque mesi. Riuscirò ad apprezzare le cose buone che ci siamo dati in questi cinque anni insieme. Mamma mia quanto tempo! Un’eternità. Mediamente la vita dura quindici volte cinque anni. Se va bene. Quindi un quindicesimo della nostra esistenza l’abbiamo passato insieme, ti rendi conto? E vuoi buttare tutto al vento, così? Torna da me! Piango piango piango piango piango piango piango piango. Sto un pochino meglio. Ma perché! Perché! Sì sto un pochino meglio, torno in strada. Io vado via! Ciao! Addio! Faccio cinque volte cento passi con gli occhi arrossati e sono in macchina. Metto un cd. No. Niente musica. Silenzio. Adesso? Dove vado? Che strazio la vita…

2. NON CI SEI PIÙ
Ormai è ufficiale. Poche ore fa stavamo insieme, ora non più. Non riesco a crederci. Non può succedere, non a me! Mi concentro sulla guida, mi rilassa. Guiderei per ore e ore. Quando ho una meta lontana sono felice. Se sono solo forse è anche meglio. Guido solo, sto bene. Guidare è la mia dimensione. Forse dovrei fare il camionista o l’autista. Il tassista! Ecco qual è il mio mestiere. Anche se non sarei solo. I clienti sono persone vive che pensano. Io non ho voglia di interagire con loro. Ma non sono tenuto a farlo, giusto? Non so se riuscirei ad estraniarmi completamente e vivermi il relax della guida, non lo so. Forse è meglio il camionista. Anche se… guidare un camion forse non è così rilassante. Ci sono più responsabilità, l’assetto è diverso e… Non ci sei più. Dove ho sbagliato? Perché dovrebbe essere giusto che noi ci lasciamo? Non lo è! Non sono d’accordo! Ripensiamoci! No. È giusto. Lo so, sono convinto. Ma il ragionamento è una cosa, l’istinto un’altra. Io non voglio che noi ci lasciamo! Mi devo distrarre. Accendo una sigaretta e guido. Non c’è un cane in giro. Credo che impazzisco. Avrà già un altro. Sì, è sicuro. Ha un altro. Lei era quella del “chiodo scaccia chiodo”, o no? L’ha sempre fatto prima di me, me ne parlava… Oddio! Ha un altro di sicuro. Muoio, non reggo. Muoio. Fumo. Guido. Fumo. Guido. Chi sarà? Chi sarà quel bastardo che me l’ha portata via? Certo che… se la storia era finita, perché lo era, non è questione di chi sarà il prossimo. Il punto è: la storia era finita. Basta. Sì ma l’abbiamo reso definitivo solo adesso. Solo adesso che lei ha un altro. Ecco perché è così drastica, lei. Adesso. Potevamo lasciarci anche due mesi fa. Sì che anche allora andava male. Ma ancora non aveva nessuno. Mi ha pilotato! Sarebbe rimasta con me… No. Calma. Non è una strega, non vuole il mio male. Vuole il suo bene. E il mio di bene? Chi lo vuole? Cosa voglio io? Lei! Voglio lei voglio solo lei! Voglio lei adesso qui! No! Non è vero. Vorrei una birra. Buona idea. Vado a quel bar sempre aperto, e mi prendo una birra doppio malto. Sì me la merito.

3. PENSIERO
Crisi. Sono in crisi. Diranno: “Luca è in crisi”. Bella scoperta! Sì, sono in crisi, allora? Non voglio niente da nessuno. Per favore niente azioni di sollevamento, non sto poi così male. Anzi, ne sono quasi fuori! “Grazie amici, grazie ma non ce ne è bisogno”. Invece c’è bisogno eccome! Chi mi dà una ricetta per stare bene? Nessuno? Lo immaginavo. A che servono gli amici? Io non riesco a pensare ad altro. Proprio non riesco. Sono passati cinque giorni, cinque giorni di black out totale da lei, perché è giusto così, e io non riesco a pensare ad altro. Amici, non amici. Tutti i miei pensieri sono lì. Il primo pensiero riesco a vederlo formarsi la mattina quando apro gli occhi, anzi, prima di aprirli il pensiero già arriva. E rimane, fisso, tutto il santo giorno. Fino alla fine, quando riesco a dormire. I giorni passano così. Non so nemmeno cosa faccio cosa dico. Penso a lei e basta. Il resto “non è”. Non riesco a parlarne con nessuno. Sono limitato, sono pazzo. Sì sono pazzo, sempre più.

4. OTTAVO GIORNO
Ho trovato! Cercherò di convogliare tutte queste energie mentali che sto sprecando inutilmente in qualcosa di costruttivo, qualcosa di creativo, qualcosa di… Lavo i piatti, tengo la casa linda e pulita. Faccio il letto, imparo ad usare la lavatrice, è solo una questione di pulizia. Deve essere così!
Niente. Accidenti sono un fallito, la mia vita è stato un fallimento continuo e questo nuovo episodio ne è la conferma. Che farò quando finisco di piegare le magliette? Che farò quando non avrò più erba da tagliare? Cha cosa farò se non torni più? Mi hai lasciato cazzo, perché! Perché! Perché! Perché! Controllo il telefono, controllo la posta, controllo il telefono di nuovo… Ti amo. Ti chiamo. 347 ******0, non rispondi. Chiamo tua madre, dice che non ci sei e che devo stare bene. Pulisco il pavimento, esco a gettare la spazzatura. Lo so, tu non ci sei più. Lo so.

5. E’ UFFICIALE
Ha un altro. Questa è la morte totale. Non ho più voglia di vivere.

lunedì 15 gennaio 2007

Va tutto bene

Che tristezza, ragazzi, la vita
è breve da far schifo!
E' pericolosa, non si sa come prenderla!
Le persone care muoiono prima di te, ed è uno shock;
oppure muori prima tu, ed è la fine.
Che paura!
Che angoscia!
I miei blue devils serali
si sono fatti forti:
sto vivendo un periodo di crisi esistenziale.
Come quella volta che, dodicenne,
non vedevo via di scampo
all'essere mortale.
Adesso uguale... Quella volta era il passaggio
dalla fanciullezza alla giovinezza
ora invece
dalla giovinezza alla maturità.
Sì, credo proprio che sia questo.
Allora dovrebbe passare.
Ma sì, passerà
Evviva!
Amo tutti.
Amo me. Carpe diem?
Sì, ma con moderazione!!

martedì 2 gennaio 2007

le tre R

remember the three R's: Respect for self; Respect for others; and Responsibility for all your actions...